NOVITA’ IN CASA MELLIN: NUOVI LATTI E UN PROGETTO DA DIFFONDERE SULLA GENITORIALITA’

 

Ludovica è ormai (già!?!) arrivata al primo anno di età e se penso al nostro percorso alimentare posso sicuramente ritenermi soddisfatta.

 

Ho avuto la fortuna e la possibilità di allattare in modo esclusivo fino allo svezzamento (in questo post vi ho raccontato le mie scelte, i tempi e i modi utilizzati con Ludovica) e poi, a differenza di quanto è accaduto con Lorenzo, ho continuato ad avere molto latte per il momento della colazione e della poppata prima della nanna.

 

Verso i suoi 10 mesi, però, complice una maggiore mole lavorativa che alle volte mi portava a restare fuori alcune notti e probabilmente anche una bella dose di stanchezza per me, il latte è andato lentamente a diminuire.

Visto l’attaccamento molto forte di Ludovica, ero convinta che potesse vivere male questo primo distacco mamma/figlia, invece la fine dell’allattamento è avvenuto in modo molto naturale e senza pianti o evidenti richieste da parte sua. Sicuramente un grande sollievo!

 

Probabilmente ne ho sofferto un po’ più io… quando la sera ci coccoliamo prima di andare a nanna, a volte ho già nostalgia di questo momento esclusivo con la mia piccolina, ma è la vita… è un passo della sua crescita!
Mi sono così ritrovata a riflettere in merito all’assunzione di un nuovo latte per Ludovica. Questa volta, alla mia terza esperienza, confesso di essermi sentita molto più sicura e serena.

 

In questo post vi avevo già raccontato il mio vissuto con il latte vaccino e perché ho scelto di ridurlo il più possibile per tutta la famiglia: come per il bambino esiste il latte della mamma, anche i mammiferi hanno per natura un latte specifico per loro. Il latte vaccino è infatti naturalmente “pensato” per rispondere alle esigenze di crescita del vitellino, che sono molto veloci e tipiche di questo animale.

 

Ma non è adatto al bambino, che ha uno sviluppo fisico e neurologico completamente differente. Il latte vaccino presenta, infatti, un quantitativo di proteine tre volte maggiore rispetto al latte materno e, inoltre, è povero di ferro e vitamina D. Perché? Perché l'introduzione precoce del latte vaccino potrebbe portare a uno sbilanciamento nella dieta del bambino e al pericolo di incorrere in carenze ed eccessi di alcuni nutrienti. Parlatene con il vostro pediatra per un confronto!

 

Da qui la scelta di dare a Ludovica il latte di proseguimento.

 

La ricerca scientifica, per accompagnare le esigenze di crescita del bambino, ha pensato a latti specifici per le diverse fasi di crescita e Mellin oggi ha sviluppato una nuova formula per il latte 2 e 3:

 

Mellin 2 è il latte di proseguimento in polvere adatto dopo il 6° mese di vita e fino al 12°. La nuova formula prevede un esclusivo processo che utilizza fermenti di origine naturale e contiene la miscela prebiotica di fibre GOS-FOS, ovvero galatto-oligosaccaridi e frutto-oligosaccaridi che favoriscono l’equilibrio della flora intestinale.

 

Mellin 3, invece, è il latte crescita, sempre in polvere e adatto dall’anno ai 2 anni di età. Anche qui la nuova formula prevede l’esclusivo processo che utilizza fermenti di origine naturale con l’aggiunta di ferro, che contribuisce al normale sviluppo cognitivo.

 



Ma le novità non finiscono qui!

 

Sul retro del packaging di questi latti troverete un box dedicato ad un progetto a cui Mellin crede e tiene davvero tantissimo: “Parto e Riparto”.

 

Di cosa si tratta?

 

È un progetto interno all’azienda a supporto concreto della genitorialità e alla creazione della famiglia, sia nei confronti della mamma che del papà. Un progetto sognato e ideato da Sonia Malaspina, HR Director Mellin, e in costante evoluzione: l’ambizione, infatti, è quella di influenzare anche il mondo del lavoro esterno: dal 2011, con il lancio del “Baby Decalogo” Mellin si impegna a trasmettere il messaggio che diventare genitore è un dono, un valore positivo per tutta la società! E non un evento che deve essere, lasciatemi passare il termine, punito… come purtroppo continua ad accadere nelle maggior parte delle situazioni…



Tra i principali obiettivi del Baby Decalogo troviamo:

  • l’ascolto delle mamme e la volontà di tenere vivo un canale di comunicazione con le mamme prima, durante e dopo la maternità, facilitandone così il rientro al lavoro;
  • l’integrazione del contributo economico durante il periodo di maternità facoltativa (dal 30% al 60%);
  • il supporto ai papà con 10 giorni di paternità retribuita al 100%;
  • la possibilità di anticipare o posticipare l’entrata/uscita dal lavoro in occasione dell’entrata dei bimbi al nido o alla scuola materna;
  • un pacchetto di supporto psicologico per i genitori;
  • un corso di educazione nutrizionale per mamma e bambino prima e dopo la nascita;
  • il sostegno delle famiglie attraverso un supporto anche di natura economica per la cura, la crescita e la formazione dei propri figli.

 

Quali sono i risultati ottenuti fino ad oggi all’interno dell’azienda Mellin? Eccoli qui… Un sogno? No realtà!

  • 100% delle mamme lavoratrici ritorna al lavoro dopo il periodo di maternità
  • Tasso di natalità interno è pari al 7,5% (dal 2011) vs dato Istat
  • Il tasso di donne manager è cresciuto dal 40% (2011) al 45% (2017)
  • La % di donne manager è del 45% vs 55% uomini
  • Il 40% delle mamme è stata promossa (ruolo dirigenziale o quadro) nel rientro al lavoro dopo il congedo (dal 2011 ad oggi)
  • Il tasso di assenteismo è pari allo 0,60%
  • Il 60% delle mamme e dei papà coinvolti (fascia bimbi 0-3 anni) ha aderito al programma MAAM Maternity as a Master
  • 10 giorni di paternità vs 4 previsti dalla legislazione
  • I giorni di paternità sono stati raddoppiati dal 2011 a oggi (5 nel 2011 vs 10 a partire dal 2017)
  • Il 100% dei papà usufruisce dei giorni di paternità (dal 2011)

 



Che dire, speriamo davvero che questo progetto abbia la forza di diffondersi in tutta Italia, perché ne abbiamo davvero bisogno!

 

Linda

 

 

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