I BAMBINI E L'ACQUA

 

Il tuo bambino diventa isterico al minimo schizzo di acqua sul viso? Fare la doccia è ogni volta una tortura? Tranquilla mamma, non sei sola! Anzi, sono davvero tanti i bambini che non riescono spontaneamente a sviluppare un rapporto sereno con l’acqua.

 

Durante la gravidanza, ci ritroviamo romanticamente ad immaginare il magico momento del bagnetto… e poi, invece, aiuto! Pianti, strilli e singulti perché dobbiamo sciacquare i capelli. Ma come è possibile? Vediamo ovunque bambini che saltano, ridono, giocano, si divertono, mentre nostro figlio guai lanciarlo in acqua?!?

 

Lavinia faceva parte di questa categoria #acquastailontanadame fino a quando abbiamo deciso di iniziare un corso di acquaticità. Vi confesso che mi si è aperto un mondo! Innanzitutto ho scoperto che sono davvero tanti i bambini che non vivono con serenità l’acqua. Ma, soprattutto, ho scoperto una nuova forma di approccio alla novità e alla paura della mia bambina: personalmente ero convinta che, testarda come è, non avrebbe mai ascoltato la maestra e chissà quanto tempo ci sarebbe voluto prima di rilassarsi al contatto con l’acqua. Ecco invece che, come spesso accade, sono proprio i nostri bambini a darci una lezione di vita e a sorprenderci!

 

I corsi di acquaticità sono pensati per sviluppare un graduale percorso di avvicinamento all’acqua: giocare, muoversi, socializzare con gli altri bambini, sono tutte azioni che apparentemente non c’entrano nulla con l’apprendere a nuotare. Eppure, magicamente, li vedi rilassati e spensierati, perché il maestro è stato così bravo da spostare la loro attenzione dalla paura, al divertimento del gioco e dello stare insieme. Lentamente il bambino inizierà a spaziare nell’acqua senza nemmeno accorgersene, mentre noi mamme staremo lì, oltre il vetro della piscina, ad ammirare esterrefatte questa magia!

 

Non c’è una precisa età consigliata per iniziare i corsi di acquaticità, molto spesso è legata al rapporto che noi genitori abbiamo personalmente con l’acqua. Ci sono, infatti, bambini che hanno la possibilità di vivere l’acqua fin dalla nascita, altri che, invece, durante i primi mesi di vita approcciano l’acqua solo durante il bagnetto e che, magari, crescendo, sviluppano un senso di paura o di fastidio al contatto. Oppure ci sono anche casi in cui il rapporto con l’acqua cambia improvvisamente, senza magari una precisa ragione, in positivo o in negativo. E non possiamo fare nulla, solo prendere atto di questo cambiamento e accompagnare il bambino verso il suo percorso di acquaticità, rispettando tempi ed atteggiamenti. Del resto sappiamo bene quanto unici e diversi siano i bambini tra loro, ce ne accorgiamo persino tra fratelli!

 

Per non parlare poi del fondamentale ruolo dell’istruttore! Ricordo ancora quando mio papà mi ha insegnato a nuotare: eravamo io e lui, al mare. “Guarda il cielo, pancia in su, gonfiala d’aria, fai il morto a galla”. Bene, ora che sono mamma, ritengo a tutti gli effetti di essere stata una bambina facilmente gestibile. Con Lavinia, il metodo “ti insegno io” è stato abolito dopo aver miseramente fallito oltre che nel nuoto, anche nello sci qualche anno fa. Ma con la maestra… beh, è tutta un’altra musica! Con grande dolcezza, ogni singola lezione è stata una conquista e crescita continua.

 

E poi non dimentichiamo l’importanza dell’apprendimento in un gruppo: i bambini, attraverso il gioco e il divertimento, si confrontano tra di loro e apprendono per imitazione, senza ansia da risultato o pressioni che, molto spesso, noi genitori creiamo in loro!

 

La grande lezione che mi ha dato Lavinia ormai già qualche annetto fa?: “Mamma calma, non c’è fretta. Con i miei tempi e modi, imparerò a stare in acqua”.

 

Come la maggior parte di noi genitori (confessalo, anche tu hai pensato la stessa cosa!), quando ho portato Lavinia al primo corso, pensavo: “Bhe dai, dopo dieci lezioni imparerà di sicuro a stare a galla!”. Così non è stato, ce ne sono voluti ben altri 3 di corsi… ma vederla fare le bolle con la bocca e immergersi con la testa è stato un traguardo molto più importante! Ora il contatto con l’acqua è diventato qualcosa di bello e naturale e Lavinia è felice!

 

Così, alla sua dodicesima lezione, improvvisamente la vedo prendere un grande respiro, immergere la sua testolina nell’acqua e battere i piedi fino al bordo della piscina. E quelli schizzi di acqua, insieme al suo sorriso ricco di soddisfazione e gioia, sono diventati un ricordo indelebile che porterò per sempre dentro al mio cuore.

 

Linda

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