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SPINGERE O NON SPINGERE, è QUESTO IL DILEMMA!

 

Ed eccoci arrivate, sento davvero che il bimbo sta per nascere… e ora cosa succede?

 

Nell’immaginario comune il momento dell’uscita del bambino è avvolto da mistero misto alla paura del dolore e al panico.

 

In realtà, ragazze, diciamocelo chiaramente: i momenti delle spinte sono la parte migliore da affrontare!

 

Ormai le fasi iniziali in cui ti senti un po’ impotente sono alle spalle, ora veramente senti crescere in te il desiderio inconscio e incontrollabile di spingere alla vita il tuo bimbo da una parte e dall’altro invece vorresti a tutti i costi che restasse con te, al sicuro in un posto in cui sei tu a prenderti cura di lui e lo puoi proteggere con il tuo corpo.

Invece il bimbo si dà da fare e vuole uscire!

 

Vi svelo un segreto: chi gestisce il parto è il bambino, e lui che decide quando è maturo abbastanza per avviare il travaglio e cominciare la sua vita da individuo autonomo... ed è sempre lui che spinge attivamente con la sua testina per accelerare meccanicamente la dilatazione del collo dell’utero.

Così quando arriva il momento di nascere, lui si prepara durante la contrazione, appoggia i piedini sul fondo dell’utero, raccoglie le forze e via, sguscia fuori, pronto alla vita!

 

Spesso parlando con le donne dopo il parto mi riferiscono una paura di un dolore che temono particolarmente! Sapete quale è il dolore che spaventa le donne? Il passaggio del bambino nel canale del parto!

Questa visione è però distorta dalla percezione irrealistica che il bambino sia un pezzo di plastica inanimata di una certa dimensione che deve passare attraverso uno spazio rigido e ristretto!

 

Tutto sbagliato!

 

Il bimbo innanzitutto non entra, ma esce... anzi per la precisione scende dolcemente in uno spazio elastico e morbido che si adatta al suo passaggio e sorpresa: anche il bimbo adatta la sua testolina allo spazio del canale del parto.

Immagina un imbuto morbido ed elastico e un bimbo rivestito di burro (vernice caseosa) che gli permette di scivolare facilmente e lo protegge da tanti fattori aggressivi, anche quelli meccanici.

 

Inoltre è la parte più antica del cervello che controlla il parto, quella che permette agli organi di funzionare anche senza il nostro controllo volontario; nessuno di noi ha bisogno di appendere dei post-it sul frigo per ricordarsi di respirare, digerire o per ricordare al cuore di battere, vero? Stessa cosa vale per quando si partorisce!

Non è necessario che qualcuno dall’esterno comandi le spinte, sarai perfettamente in grado di farlo ascoltando il tuo corpo, così come sei in grado di capire quando hai fame o quando devi andare di corpo!

 

L’unico momento in cui magari l’ostetrica potrà consigliarti sarà quel minuto in cui se vinci il desiderio impellente di forzare l’ultima spinta, rilassandoti e respirando dolcemente, permetti ai tuoi tessuti di adattarsi senza traumi al passaggio del bambino e al bimbo di decidere da solo la velocità con cui preferisce atterrare alla vita.

 

In pratica il tuo ruolo diventa quello di proteggere dolcemente, attraverso i soffici tessuti della vagina, il passaggio di tuo figlio verso il mondo esterno, accompagnandolo con un grande profondo respiro.

 

Voi vi ricordate il momento esatto delle ultime spinte?

 

JustMamma

 

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Foto by Freepik

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Commenti: 2
  • #1

    Rebecca (lunedì, 13 settembre 2021 00:20)

    Wooow, interessante!
    Oggi in pochi conoscono la Clinica d'eccellenza di maternità href="https://maternita-surrogata-centro.it">Feskov</a> Human Reproduction Group. Questa clinica di maternità, donazione e FIVET svolge l'attività nel ambito dal 1995. Medici altamente qualificati, enorme banca dati di madri e donatrici, pacchetti di trattamenti unici con garanzia al 100% di risultati, prezzi fissi senza costi aggiuntivi. Consiglio di visionare il https://youtube.com/channel/UC2QFjkLnFGyEfQtr9Pjgnug

  • #2

    Francesca (lunedì, 14 febbraio 2022 10:01)

    La maternità ─ una missione della donna, inerente alla natura. Solo le donne sono capaci di portare e dare alla luce un bambino. La maternità comprende anche l'allattamento, la cura e l'educazione dei figli. La donna che ha concepito, partorito e dato alla luce un bambino è la madre biologica. Lo sviluppo della medicina ha reso possibile la maternità surrogata e genetica. Nella maternità surrogata la donna accetta volontariamente di portare e dare alla luce un bambino biologicamente alieno. Dopo la nascita il neonato viene cresciuto e accudito dai genitori genetici. Si parla di maternità genetica quando il feto si sviluppa da un ovulo di una donatrice. Inoltre, una madre è anche chiamata adottante o matrigna, una tata che si prende cura del bambino. Per coloro che vogliono diventare madri e realizzare il proprio sogno, il Gruppo Human Reproduction della Clinica del Prof. <a href="https://maternita-surrogata-centro.it">Feskov</a> vi sarà d'aiuto.