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SVEZZAMENTO ED ALIMENTAZIONE COMPLEMENTARE: FACCIAMO CHIAREZZA! (PARTE 2)

Dopo aver condiviso nel primo pezzo che la prima primissima regola è Relax Stiamo Tutte Serene, vediamo oggi quando è il momento migliore per iniziare lo svezzamento e con quali alimenti!

 

Quando si può cominciare ad introdurre alimenti differenti dal latte?

Si inizia quando il bimbo è pronto (e anche la mamma), ovvero quando:

  • mostra interesse per il cibo presente a tavola o che avete in mano;
  • sa stare seduto da solo (o per lo meno semi-seduto… avete mai provato a mangiare da coricati?);
  • è in grado di manipolare le cose con il pugnetto, nel caso in cui decidiate di partire subito con pezzetti di cibo;
  • ha perso il riflesso di estrusione per cui, se gli mettete in bocca un cucchiaio o qualsiasi cosa, lo sputa fuori con la lingua.

Le linee guida dell’OMS, il ministero della salute, UNICEF (quindi OMS) e AAP (accademia americana di pediatria) dicono di proseguire l’allattamento esclusivo fino ai sei mesi. L’ESPGHAN europeo dice di non iniziare sicuramente prima dei 4 mesi (17 settimane). Io Stefania vi dico… di fare come vi sentite e come vi fa sentire il bambino!

 

Le mie figlie a 4 mesi e mezzo hanno iniziato a mostrare davvero molto interesse verso il cibo, nonostante le allattassi tipo 12 volte al giorno, però la curiosità, la voglia di sentire un sapore, la voglia di capire cosa si mette mamma in bocca… probabilmente le ha spinte a cercare altro anche prima… a 5 mesi ho fatto assaggiare loro una punta di questo e una punta di quello, tendenzialmente frutta, yogurt o verdure… a 5 mesi e mezzo ho tritato un minestrone o ho proposto loro le vellutate che facevamo per noi… con una erano solo assaggi, con la seconda se non le toglievo il piatto lo finiva intero e forse mangiava anche quello… fortuna? Mah… Non vi sto dicendo di iniziare prima o dopo ad ogni costo, dico solo di ascoltare il vostro bambino e di ascoltare voi…

 

Ciò che gli studi scientifici hanno dimostrato è che iniziare a proporre cibi prima delle 17 settimane è controproducente per la salute del bambino, poiché alcuni organi non sono ancora formati, l’intestino è particolarmente fenestrato e il rene non è in grado di smaltire le proteine in maniera adeguata, quindi… non iniziate con la carbonara a tre mesi e mezzo!

 

Ogni bambino è diverso, ogni carattere è diverso e ogni mamma è diversa, pertanto le ‘regole’ mediche in realtà sono ‘linee guida’ e si chiamano così perché ognuno dovrebbe poter fare le cose nel miglior modo possibile e avere una guida corretta, ma da cui ci si può discostare (non totalmente) per buoni motivi.

 

Quindi che si fa?

Ascoltate il vostro bambino, cercate di capire dai suoi comportamenti se è interessato al cibo e assecondatelo. Il fatto di condividere con tutta la famiglia il momento del pasto fin da neonato, in braccio, in un seggiolone reclinabile o dove volete, con persone che mostrano un atteggiamento positivo verso il cibo e che gustano allegramente quello che stanno mangiando, non può che suscitare curiosità e rendere piacevole un momento di socialità quotidiana, consolidandolo nel tempo e rendendo anche più facile l’approccio futuro verso il cibo.

 

Con cosa iniziare?

Con quello che volete, basta che non sia Mc Donald… No, nemmeno Burger King 😅

Potete iniziare osservando a cosa si interessa il vostro bambino. E’ in braccio mentre fate merenda con pane e marmellata? Fatelo iniziare ad assaggiare un pochino di marmellata (senza zuccheri aggiunti!), oppure un po’ di frutta, se state mangiando uno yogurt dategli una puntina di cucchiaino e osservate la reazione.

Se invece vedete che è particolarmente portato alla manipolazione e non si abbuffa (tipologia di bambino abbuffante: quello che mette sette otto pezzi in bocca e manda giù senza masticare, ad alto rischio di soffocamento e di spavento sia del bimbo che della mamma…), potete iniziare con un fusillo ben cotto, una zucchina sempre ben cotta fatta a bastoncino, la pera matura tagliata ad un velo… ecco, non inizierei con la carne, che con qualsiasi forma di cottura rimane sempre leggermente pastosa… ma questo dipende da voi e da cosa volete iniziare.

Tra i cibi che però mi sento di vietare fino all’anno di età e che comunque sono da mangiare il meno possibile anche dopo vi sono il miele (si rischia infezione da botulino, soprattutto con il miele casalingo!) ed i funghi, che sono pericolosi per i bambini entro l'anno perché non hanno gli enzimi per detossificare il fegato.

 

Non ve la sentite di dargli i pezzi? Nessuno vi obbliga o vi sta mettendo una pistola alla tempia, il pasto deve essere piacevole per il bimbo e per voi! Come pensate che viva il pasto un bimbo la cui mamma è ansiosissima perché ha preso in bocca un pezzetto troppo grande? Alla faccia della fiducia di cui si parla in alcuni siti e blog… credo che più che di fiducia si tratti di serenità! A mio parere, per avere successo nello svezzamento, l’ora del pasto deve essere serena, non una battaglia o un’ ansia continua… quindi fate quello che vi fa sentire meglio, vedrete che lo svezzamento sarà in discesa!

 

Io, ad esempio, ho iniziato proponendo le cose che mangiavamo noi a tavola, tritate, se volete un po’ meno condite per fargli sentire i sapori singoli degli alimenti, ma tritate… poi, pian piano, quando ho iniziato a vedere che prendeva confidenza con la masticazione, ho iniziato ad ingrandire i pezzi, finché a 7 mesi e mezzo mangiava da sola dal piatto una polpetta… posso anche essere stata fortunata, però grandi problemi a mangiare non me ne hanno mai dati nessuna delle due ed il pasto è sempre andato benone … o quasi! Le crisi ovviamente ci sono state anche in casa mia per via della peer review del nido: “Pietro le zucchine non le mangia, neanche a me piacciono”… e mezz’ora dopo: “Ma io volevo le zucchineeeeee” e cinque minuti dopo “No io non le mangio, non mi piacciono!”. Calmaaaaa.

 

Una cosa che però ci tengo a sottolineare è che i pediatri non è che non amino l’autosvezzamento, l’atteggiamento è semplicemente dubbioso perché con questa tipologia di alimentazione non possono soddisfare la loro mania di controllo della crescita del bambino (caratteristica comune anche in alcune mamme): se con lo svezzamento tradizionale riescono ad avere ‘idea’ di quanto mangia il bambino e a controllare se assimila e se cresce, ora con questa metodica si trovano persi, perché non sono ovviamente dietologi e non sanno di preciso quanto può mangiare un bambino.

 

Lasciate che il bambino si gestisca da solo! Il bambino, infatti, ha una potente calibrazione del sistema fame-sazietà innato, che può essere semplicemente modificato dall’esterno obbligandolo a mangiare di più di quello che vuole (porzioni giganti mettono in difficoltà genitori e bambini) o meno di quello che vogliono… bisognerebbe lasciarli sperimentare e capire quando sono sazi o se hanno ancora fame… questo non vuol dire ‘anarchia’ totale ma, nel rispetto degli orari della famiglia (circa meno quasi), lasciare che mangi ciò che si sente, perché molto spesso noi genitori abbiamo un’idea sovrastimata di quello che il bambino dovrebbe mangiare.

 

E per finire non potete non leggere "Cosa fare se..."!

 

Stefania - Medico e Mamma bis



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